Intervista a “Il Fatto Quotidiano”, 3 marzo 2017

Pubblicato il 03 marzo 2017 da Redazione in Dalla Redazione

Bassolino Fatto Quotidiano 2

Oggi, venerdì 3 marzo 2017, ho rilasciato a Vincenzo Iurillo de “Il Fatto Quotidiano” un’intervista sull’attuale situazione del Partito Democratico, in particolare a Napoli, alla luce delle recenti polemiche circa la regolarità del tesseramento.

QUI il testo dell’intervista, che si riporta per intero:

Bassolino: “Macché lanciafiamme: mai visto un cerino…

L’11 febbraio all’assemblea PD di Napoli, quando i casi delle tessere regalate a Miano (Napoli) e quelle comprate a pacchi sul web con la stessa poste pay a Castellammare di Stabia sono ancora lontanissimi, Antonio Bassolino interviene e fa un parallelismo tra le candidature false nella lista di Valeria Valente e le tessere false nei dem. Con un punto interrogativo in fondo.

Bassolino, lei sapeva già qualcosa? “No, era solo una facile previsione. Purtroppo.

Perché? “A candidati a loro insaputa era del tutto possibile ritrovarsi con tesserati a loro insaputa. Prendiamo quel che è successo coi 9 candidati falsi su 40, e sono tanti. Qualcuno o più di uno ha individuato 9 nomi, ha chiesto al Comune i certificati elettorali, ha firmato le accettazioni di candidatura. Solo alla fine di questo percorso c’è l’autenticazione che secondo gli accertamenti del pm è stata fatta da un solo consigliere comunale. Ma ancora non si sa cosa sia successo in tutti gli altri passaggi. E’ politicamente grave questa ignoranza. E’ politicamente grave e assurda questa ignoranza.

Tre settimane fa il PD di Napoli era ben sotto i 2000 iscritti. Ora ne ha quasi 25.000. Allora era il segno della crisi del PD. Ma era immaginabile sin da allora che rispetto alla scadenza del 28 febbraio, oltre a chi legittimamente ha aspettato gli ultimi giorni, ci sarebbe stata una ‘corsa organizzata’.

L’11 febbraio lei disse anche che il vero Renzi sarebbe venuto a Napoli ad affrontare di persona la crisi. Per quel che era successo sia prima delle elezioni comunali (le primarie delle monetine fuori ai seggi vinte da Valente contro Bassolino, ndr), sia dopo, con il PD fermo all’11% e fuori dal ballottaggio, ci dovevano essere reazioni forti, pubbliche, ed adottare provvedimenti. Non se ne è discusso per nulla e fu chiesto il numero legale in assemblea per impedirlo.

Quali provvedimenti? Renzi annunciò un lanciafiamme. Non si è visto neppure un cerino. Si doveva commissariare il PD napoletano e quello campano, azzerare il tesseramento, sospetto sin da allora. Era già chiaro che il PD era pieno di problemi e avrebbe dovuto rivolgersi a personalità cittadine, iscritti e non, ai quali chiedere di farsi da garanti di un rilancio del PD e della ricostruzione di un clima di legalità.

Dopo le primarie lei presentò un ricorso durissimo. Respinto.Si era giunti a dire che non era inappropriato dare l’euro fuori ai seggi di San Giovanni. Qualche mese dopo ero a Milano e il custode, il tassista, il poliziotto mi fermavano e chiedevano, sconcertati: “Quelli che davano i soldi sono stati pure candidati”? Si vollero chiudere gli occhi. Pagando un prezzo non solo a Napoli ma sul piano nazionale, fu grande lo sconcerto. C’è una seria corresponsabilità di Renzi e del PD nazionale sulla vicenda Napoli, per non essere intervenuti subito.

Napoli è una questione che gira intorno a se stessa: oggi come sei anni fa, il circolo di Miano, i capibastone, gli stessi luoghi, le stesse persone. Perché si ricade sempre negli stessi errori?Il tesseramento è un meccanismo chiuso, nel quale conta molto purtroppo il rigidismo di correnti, sub correnti, gruppi e sub gruppi locali. Chi come me viene dal PCI conosce l’importanza del pluralismo nel dibattito interno. Ma oggi chi si iscrive al PD deve attraversare un rigido correntismo organizzativo in base al quale se vuoi iscriverti devi aderire anche alla corrente o al gruppo che gestisce quel circolo. Un meccanismo malato.

Lei sta dicendo con eleganza che il tesseramento è in mano ai capibastone. Come si sconfigge questa tendenza?Aprendo i circoli tutti i giorni anche ai non iscritti, rendendo più trasparenti le procedure per un comune cittadino che vuole aderire ma non deve essere costretto a rivolgersi alla corrente di turno.

Lei ha rinnovato la tessera?Sì, ma con sofferenza, dopo tutto quel che le ho detto. Combatto dall’interno.

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